FAKE NEWS SUL “ BUCO” DELLA SPESA PENSIONISTICA (CHE NON C’E’) E IL GIOCO DELLE TRE CARTE - Richiesta di rettifica al “Corriere della Sera”

   Il Bilancio Inps comprendente, in un insieme di equivoca commistione, prestazioni pensionistiche e assistenziali, può essere definito un colossale imbroglio ai danni dell’anello più debole della società civile - i pensionati- e può essere considerato come la madre di tutte le battaglie, che sto combattendo da tempo, anche con questo blog, per smentire in modo definitivo tutte le bugie, le post verità e falsità messe in giro per simulare l’instabilità del Sistema delle pensioni e, quindi, per imporre provvedimenti legislativi restrittivi, come si è verificato ultimamente, e non solo, con la riforma Fornero. 
   A mio avviso, queste fake news sono state “inventate”, al fine di drenare risorse a favore dei Conti pubblici, ricorrendo al paravento di sei Riforme dal 1990 (Amato, Dini, Prodi, Maroni, Berlusconi, Fornero) e di 21 provvedimenti legislativi, tutti preordinati, senza alcun disegno organico, ad abbassare il livello dei trattamenti previdenziali che rappresentano l’unica e l’ultima forma di sostentamento per i lavoratori usciti dal sistema produttivo e per le loro famiglie.
Cari lettori, definirei quest’attività istituzionale come una squallida e chirurgica operazione di macelleria sociale.
   Per smascherare in modo oggettivo e senza tema di smentite, queste fake news sul Bilancio inps, mi sono avvalso di alcuni dati ricavati da tabelle di dettaglio, che indicherò a fianco della cifra indicata, inseriti nell’autorevole Rapporto n. 4 del 2017, sul Bilancio del Sistema previdenziale italiano per l’anno 2015, redatto dal Comitato tecnico-scientifico “Itinerari Previdenziali” presieduto dal prof. Brambilla (cui ha cooperato anche l’Inps, come si evince dal frontespizio!): A tal proposito è da sottolineare, come testualmente riportato nel suddetto Rapporto, che: “I dati sull’insieme dei trattamenti pensionistici in pagamento, sono stati tratti dal Casellario Generale dei Pensionati e delle Pensioni gestito dall’Inps”,.
   Ciò per confermare, cari lettori, una patente di veridicità e autorevolezza all’affermazione, che in seguito dimostrerò, che non c’è nessun “buco” nel Bilancio Inps delle pensioni previdenziali, anzi esso presenta una plusvalenza.
Inoltre, poiché nel sopranominato rapporto sono stati inseriti assieme al Bilancio dell’INPS anche quello delle Casse privatizzate, provvederò, per precisione, a scorporarlo dal primo, al fine di analizzare compiutamente solo “l’universo” delle pensioni INPS, la cui spesa è finanziata solo con i contributi dei lavoratori che, assieme a quelli a carico dei datori di lavoro, rappresentano il loro salario accessorio.
   Non solo, ma analizzerò anche il perimetro del Welfare di Stato e delle prestazioni assistenziali e a sostegno dei redditi, gestite dall’Inps, che non vanno confuse con le pensioni, da cui contabilmente e strutturalmente devono essere separate e che sono a esclusivo carico della Fiscalità generale.

I. IL BILANCIO IN ATTIVO DELLE PRESTAZIONI PENSIONISTICHE GESTITE DALL’INPS (il “buco” non c’è⇢vedi slides)
   In questo capitolo, mi occuperò solo delle pensioni di natura previdenziale (art.38 comma 2, Cost.), cioè di quelle che hanno un effettivo collegamento con i contributi sociali, utili per calcolare non solo i requisiti pensionistici e l’importo delle stesse, ma anche per reperire le risorse necessarie al finanziamento di tutta la Struttura pensionistica, che avviene contestualmente nello stesso mese di riscossione della contribuzione (Sistema a ripartizione).

A. USCITE DEL BILANCIO INPS NEL 2015
Nel 2015, la spesa complessiva netta delle pensioni d’invalidità, vecchiaia, anticipata e ai superstiti, ammonta alla cifra di €. 154,5 miliardi (Pil del 9,4%) - una delle più basse d’Europa – e non all’importo lordo di €. 217,8 miliardi (come inserito nel Rapporto, tab. B. 27.a, pag.149 e nella tab. 1. a, pag. 142) - perché da quest’ultimo, devono essere eliminate:
  1. Innanzitutto, la spesa delle pensioni delle Casse privatizzate dei liberi professionisti, pari a €. 4,7 miliardi (tab. B 27.a, pag.149), che, come detto, è stata inserita, insieme con quella delle pensioni Inps, nel Bilancio del Sistema previdenziale del “Rapporto Brambilla”.
  2. La tassazione dell’Irpef sulle pensioni pari a 49,3 miliardi di euro, PIL del 3% (tab.12.9, pag.132), che non è una “ spesa”, ma un’entrata tributaria e una partita di giro per lo Stato, che la preleva direttamente alla fonte, al momento della riscossione della pensione; L’Inps, invece, posta nel Bilancio l’importo delle tasse tra le voci di uscita, mentre paga ai pensionati solo il netto: Il classico gioco delle “tre carte” e dei ” due compari”. Incredibile, ma vero!! Si sottolinea, altresì, che in quasi tutti i Paesi europei (come la Germania), non si pagano le tasse sulle pensioni, se non in misura minima.
  3. La spesa dell’integrazione delle pensioni d’importo al di sotto del minimo vitale (stabilito dalla legge in €.501 mensili, nel 2017), pari a 9,3 miliardi di euro, PIL dello 0,6%, (tab. 12.9, pag.132). Essa, rappresentando un sostegno al reddito, ha funzione assistenziale e, pertanto, deve essere posta a carico della Fiscalità generale e non dei lavoratori che pagano la contribuzione con un’aliquota di scopo, che, come tale, è deputata a finanziare solo il sistema pensionistico.                                                                                                                              Dal Bilancio INPS, queste integrazioni risultano addirittura incorporate nel totale della spesa pensionistica, facendola lievitare impropriamente: Presidente Boeri, non ritiene che questa posta contabile vada sanata per i lavoratori, perché insussistente, falsa, ingiusta, oltre che anticostituzionale (art.38, Co. 1, Cost.)?!                                                                                Sono state escluse del tutto le prestazioni di natura assistenziale e sociale, pari a 103,6 miliardi, Pil del 6,3%, (tab.12.11, pag.135), gestite dalla Gestione interventi assistenziali (GIAS), istituita nell’ambito dell’Inps, ma finanziata dallo Stato (L.88/1989, art.37, comma 2), che tratteremo analiticamente nel prossimo capitolo. Si sottolinea che alcune di esse sono imputate alla spesa pensionistica. 
B. ENTRATE DEL BILANCIO INPS 2015
Nel 2015, le entrate per contributi IVS (d’invalidità, vecchiaia/anticipata, ai superstiti), sono pari a €.164,7 miliardi - non alla somma lorda di €.191,3 miliardi (tab.12.9, pag.132)- perché quest’ultima deve essere considerata al netto dei:
  1. Contributi delle Casse Privatizzate dei Liberi Professionisti pari a 7,5 miliardi di euro, (tab. B 27.a, pag.149), anch’essi inclusi nel Rapporto; 
  2. Contributi trasferiti dallo Stato all’Inps pari a €.19,1 mld (tab.12.9, pag.132).
C. IL SALDO DEL BILANCIO INPS 2015.
ALTRO CHE “BUCO”: Il saldo del Bilancio risulta ATTIVO di €. 10,2 miliardi, derivante da €.164,7 miliardi di Entrate, contro €.154,5 miliardi di Uscite.
➣IN SINTESI:
       - CON UNA SPESA PARI AL 9,4% del PIL (Prodotto Interno Lordo, cioè la ricchezza di
          1.642.444 miliardi di euro, accumulata dall’Italia nel 2015)
       - CON UN AVANZO DI BILANCIO DI OLTRE 10 MILIARDI, 
➣Si può tranquillamente affermare che quelle messe in giro sono colossali FAKE NEWS e che IL SISTEMA PREVIDENZIALE IN ITALIA sia pienamente sostenibile con il finanziamento dei contributi sociali e si colloca ai primi posti in Europa!
➣Una considerazione: quale destinazione hanno avuta questi €. 10,2 miliardi? 

II. LE PRESTAZIONI ASSISTENZIALI E GLI INTERVENTI STATALI GESTITI DALL’INPS 
   Innanzitutto si sottolinea che le prestazioni assistenziali di cui sopra, finanziate dallo Stato, tramite la GIAS/INPS, sono aumentate in maniera esponenziale. Infatti:
➣Nel 2015, sul totale di 16,2 milioni di pensionati INPS, più della metà (n. 8,3 milioni, pari al 51,2%) sono i beneficiari delle pensioni “assistite” che devono essere finanziate esclusivamente dalla Fiscalità generale!! 
La suddetta spesa di €. 103,6 miliardi (Pil 6,3%, tab.12.11, pag.135) è composta di:
  1. €. 27 miliardi, per prestazioni assistenziali: Esodati ,Pensioni di guerra, Pensioni/Assegni sociali, Pensioni agli invalidi civili/Indennità accompagnamento, Quattordicesima, Maggiorazioni sociali, Importo aggiuntivo (tab.12.11, pag.135)
  2. €. 45,1 miliardi, per i principali interventi a carico della Gias/INPS (art. 37 della legge 88/1989), che riguardano prevalentemente: le Pensioni d’annata, i Prepensionamenti, le Pensioni invalidità ante 1984, Pensioni CD-CM ante 1989, la quota (a carico GIAS per €.9,1 miliardi) per le prestazioni ai pubblici dipendenti, ecc., (tab. B.27.a, nota 1, pag.149 / tab. 1. a, note 3 – 5, pag.142).
  3. €. 31,5 miliardi per oneri sociali: sgravi e agevolazioni contributive al Sud, interventi per mantenimento del salario per inoccupazione, a sostegno della famiglia e dell’occupazione in periodi di crisi economica, ecc. (tab.12.11,pag.135)
   Ho voluto fare un elenco analitico dell’intervento finanziario dello Stato (riportando, a fianco, le tabelle delle spese di riferimento), perché qui si gioca la vera partita del reale costo dei trattamenti pensionistici in Italia. 
   Da questi ultimi, infatti, devono essere espunte le spese su elencate, chiaramente di profilo socio-assistenziale, smentendo, in modo palese, tutte le faike news messe in giro, tendenti a dimostrare che lo Stato s’indebita (nel 2015, di €. 103,6 miliardi, per l’appunto), per pagare le pensioni. Tutto falso: Lo Stato Interviene solo per coprire le spese di propria competenza!

III. IL BILANCIO DELLA PROTEZIONE SOCIO- ASSISTENZIALE DELLO STATO (IL“BUCO” CHE C'E')
   La spesa per il Welfare in Italia (Sanità /Assistenza/Integrazione al minimo) costa, alla Fiscalità generale, circa €. 235.1 miliardi (PIL del 14,3%),di cui:
  1.    €. 103,6 miliardi, per le predette prestazioni/oneri assistenziali;
  2.    €. 9,3 miliardi, per le pensioni Inps integrate al minimo, indicate sopra;
  3.    €. 122,2 miliardi, per Sanità e Welfare Enti locali (tab.12.1, pag.120).
   Nemmeno l’intero gettito tributario pari a €. 225 mld (tab.12.3, pag.122) delle Imposte dirette (Irpef, Ires, Isos, Irap) riesce a coprirla del tutto, al netto delle Addizionali territoriali (€.15,7 mld), trasferite agli Enti Locali, ed è una delle più care d’Europa (Pil del 14,3%).
   Quindi, all’Italia, per finanziare il funzionamento del Paese , restano solo le Imposte Indirette , oppure ……… le risorse in attivo del Bilancio delle pensioni Inps!

IV. EUROPA ” CONFUSA” DALLA FALSA RAPPRESENTAZIONE DEL SISTEMA DELLE PENSIONI IN ITALIA: Le statistiche non sono allineate a livello europeo! 
   Nelle statistiche internazionali “ Ocse ed Eurostat”, predisposte per l’Italia, su erronea indicazione del nostro Istituto di Statistica (Istat), è necessario rettificare urgentemente l’attuale classificazione delle spese previdenziali legate al reddito (come, la quattordicesima mensilità, le pensioni integrate al minimo, l’importo aggiuntivo delle pensioni, le pensioni con maggiorazioni sociali, gli assegni familiari, ecc.) da attribuite, invece, “al sostegno della famiglia” e “all’esclusione sociale” (così come l’Eurostat le assegna nelle classifiche Europee, agli altri Paesi), anziché alle pensioni, come avviene attualmente in Italia. 
   In questo modo, contrariamente a quanto denunciato dalla Commissione Europea, la spesa “pura” delle pensioni sarebbe finanziariamente sostenibile, con la diminuzione del PIL al 9,4%, tra i primi in Europa, mentre quella socio-assistenziale farebbe lievitare, come dimostrato più sopra, il PIL al 14,3% , tra i più alti d’Europa 
   Un discorso a parte riguardano i prepensionamenti che In Germania (dove, si ripete, le pensioni non sono tassate!) vengono imputati alla voce“disoccupazione e sostegno al reddito”, mentre in Italia alla spesa pensionistica!!
-Alla Politica, due semplici ma perentorie domande:
  1. Le statistiche non devono essere allineate a livello europeo?!
  2. Come fa l’Europa a produrre analisi comparative, in mancanza di dati omogenei (per esempio fra Italia e la Germania, come abbiamo visto)?!
 ➣E assurdo, è veramente assurdo tutto questo, cari lettori!

   A proposito, proprio in questi giorni,” il Corriere della Sera” del 27.11.2017, a pag. 14, ha pubblicato un articolo di Federico Fubini, il quale, rispolverando un Rapporto della Commissione Europea del 2015 sull’invecchiamento, testualmente riporta che “ogni anno la spesa per le pensioni pubbliche supera i contributi versati di 88 miliardi ….. e che le pensioni in Italia sono quelle che costano di più in Europa (15,7% del reddito nazionale) “: Cioè pari €. 257,8 miliardi (un punto di Pil è di €.16,42 miliardi).
   Non è vero, lo ripeto: la spesa delle pensioni, al netto della parte assistenziale e delle tasse, è di €. 154.5 miliardi (Pil del 9,4%). Quanto riportato dal Corriere è frutto, forse, di una scorretta comunicazione con l’Europa, ancora più grave, perché consumata ai danni e sulla “carne viva” di milioni di pensionati e delle loro famiglie.
   Per onore di cronaca, devo registrare che, con un articolo, dal titolo“ Il Buco pensionistico? Il sistema è in attivo” a firma di Carlo Di Foggia, il Giornale “Il Fatto Quotidiano” del 29.11 c.a. ha replicato in maniera puntuale al Corriere della Sera. 
   Pertanto chiedo al Direttore di quest’ultimo Giornale una doverosa rettifica e al Giornalista un incontro con pubblico dibattito,anche nella sede del Giornale, se vuole. 
   Credo di aver dimostrato, avvalendomi di cifre tratte da una fonte autorevolissima (salvo che non si voglia metterla in discussione), che nel 2015, come negli altri anni , a partire dal 1990, il Bilancio Inps delle pensioni è in attivo e può essere interamente autofinanziato dai lavoratori, senza il concorso dello Stato!
   Il vero “buco” è il Welfare: La Politica deve smetterla di concedere elargizioni di tipo elettoralistico, facendo debiti o ricorrendo ………. al “Bancomat INPS”! 
   La proposta per pervenire a un Modello sociale che non dia margine a confusione tra assistenza e previdenza, è quella di istituire (come in Germania) due Bilanci separati, gestiti da due Enti Previdenziali/Assistenziali, distinti per competenza funzionale (pensioni/ prestazioni assistenziali) e di finanziamento (contributi / fisco).
   Mi piace terminare questo mio post con l’autorevole intervento di moral suasion del Presidente Sergio Mattarella, in occasione dell’apertura a Napoli della Giornata nazionale della previdenza, che scrive testualmente (ANSA, 10 maggio 2016): “….. la necessità di evitare parimenti ogni confusione fra il sistema previdenziale di assicurazione obbligatoria e le prestazioni garantite a ogni cittadino, in ossequio al sistema di sicurezza sociale sostenuto tramite il prelievo tributario”. 

Prof. a c. Lucio Casalino,                                                                                           
-Professore a contratto, Università “Federico” Napoli
- Ex Dirigente INPS,
- Consigliere nazionale Cisal

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